venerdì 29 maggio 2020

step #20





“Che cosa è la vita? Il viaggio di uno zoppo e infermo che con un gravissimo carico in sul dosso per montagne ertissime e luoghi sommamente aspri, faticosi e difficili alla neve, al gelo, alla pioggia, al vento, all'ardore del sole, cammina senza mai riposarsi dì e notte uno spazio di molte giornate per arrivare a un cotal precipizio o un fosso, e quivi inevitabilmente cadere.”


Qui possiamo trovare una declinazione di resilienza nello zibaldone di Leopardi, intesa più che altro come resistenza dinanzi alle avversità del cammino della vita, ma con una visione pessimistica del ciclo vitale.









Zibaldone di pensieri  (4162-4163)

https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Zibaldone_di_pensieri_VII.djvu/94

martedì 26 maggio 2020

step #18

Quel che non mi uccide, mi rende più forte.
(Nietzsche, Crepuscolo degli idoli, 1888)



In Crepuscolo degli idoli, opera del 1888, Nietzsche esprime la sua sentenza e reagisce alla morte di Dio: in merito si rivolge ad un efferato richiamo alla vita e torna a vivere orientandosi direttamente verso la teoria all’oltreuomo. Questo è il Nietzsche che rinasce dalle ceneri della decadenza dei valori e dei costumi, lo spirito costruttivo che noi stessi dovremmo adottare di fronte al negativo.

Tale sentenza richiama il concetto di resilienza, che ormai non ci è molto sconosciuto come termine. La rivalutazione di tale parola è molto utilizzata oggi in psicologia e fa leva su questa strategia per risolvere e affrontare i problemi.(infatti la psicologia al giorno d'oggi viene detta l'arte di allenare la resilienza)
 Per “resilienza” per intenderci possiamo indicare la capacità di reagire agli urti della vita, di riuscire a superare le esperienze più negative e traumatiche della nostra vita, uscendone rafforzati.



step #19

La resilienza non è una caratterista genetica, ma un’opportunità che tutti gli esseri umani possono cogliere lavorando su l’unica variabile che possono veramente controllare: il proprio pensiero.
Il resiliente usa tutti i colori della tavolozza del proprio cervello. Il non resiliente, si limita al grigio e al nero: i primi saranno persone serene ed equilibrate, i secondi, alteri guardiani del proprio ergastolo mentale da loro stessi inflitto.
Dagli anni ’80, la resilienza è diventato un concetto-chiave nella psicoterapia, nel coaching professionale e nella psicologia del lavoro: l’intervento psicologico, a prescindere dal contesto che lo richiede, si configura sempre di più come un insieme di strategie, di tattiche e di tecniche per apprendere, incoraggiare e incrementare la resilienza umana. Per sviluppare questo straordinario stile di pensiero, occorre prima di tutto assumere per quanto possibile un atteggiamento aperto e non giudicante rispetto a se stessi, agli altri e al mondo. E’ il passo più difficile, dato che definizioni rigide della realtà rappresentano per molti una barriera contro la sua complessità e un tentativo di controllarla illusoriamente.
Eliminare del tutto pregiudizi e convinzioni limitanti è però utopistico: si può al limite diventarne consapevoli e cercare di arricchire il proprio punto di vista di alternative diverse da quelle offerte dall’abituale approccio alle cose, quello che consideriamo spontaneo ma che è soltanto il frutto di una combinazione di esperienze e di apprendimenti, a volte inconsci, non sempre funzionali. A cosa serve giudicarsi sbagliati, tristi, sfortunati? A cosa serve pensare che un problema sia irrisolvibile? A cosa serve piangere sul latte versato? Qual è l’utilità del pensare che il mondo sia un luogo pieno di insidie? Si tratta di giudizi, di visioni della realtà certamente vere, ma non più di altre di segno opposto che però aprono la strada alla resilienza, alla soluzione strategica e creativa dei problemi e alla costruzione di un equilibrio nuovo.
La resilienza psicologica non è semplice “pensiero positivo”, consiste nell’accompagnare il pensiero positivo all’azione con perseveranza, anche nelle situazioni più complicate. Si può definire resiliente chi apprende dalle difficoltà senza la pretesa di risolvere subito i problemi e chi ha un’elevata soglia di resistenza alle frustrazioni. Soggetti scarsamente resilienti, invece, sono caratterizzati da un certo grado di rigidità e, una volta strutturato uno schema della realtà, rifiutano di variarlo anche quando risulta impedire equilibrio e realizzazione personale. Bassa resilienza è correlata ad elevati livelli di conflittualità interpersonale e sofferenza psicologica, oltre che a scarsa capacità di realizzare le proprie attitudini.

Preso da:
http://www.blueplanetheart.it/2017/02/le-risorse-nascoste-della-nostra-psiche-la-resilienza/


Ho preso questo articolo perchè descrive bene il significato di resilienza nell'uomo e ci spiega come sia poco applicabile questo termine in un pensiero utopistico, perchè noi essere umani non riusciamo a distaccarci dal terreno e ad eliminare delle congetture radicamente fondate nella nostra società, piena di pregiudizi e luoghi comuni.
In un pensiero utopistico credo si perda anche il senso della resilienza perchè non siamo sottoposti a pressioni esterne o leggi che regolano questo mondo.

domenica 17 maggio 2020

step #17

Adattamento

Bowlby

Charpy

Determinazione

Energia

Fenica

Ginestra

Hosseini

Izod

Libertà (che guida il popolo)

Metabolizzare

Nietzsche

Ottimismo

Perturbazione

Quotidianità

Resistenza

Solidità

Trauma

Urto

Volontà

Zattera (della medusa)

step #16





 Un protagonista del nostro tempo che simbolezza la resilienza è senz'altro Papa Francesco, in cui in una delle sue frasi più celebri dice:

 Nell’arte di camminare, quello che importa non è di non cadere, ma di non "rimanere caduti". Alzarsi presto, subito, e continuare ad andare.




(Discorso di Papa Francesco in occasione dell'Udienza agli studenti delle scuole gestite dai Gesuiti in Italia e Albania, 07/06/2013)




https://www.frasicelebri.it/frase/francesco-camminare-e-proprio-larte-di-guardare-lo/


venerdì 15 maggio 2020

step #15

Anallizzando il termine resilienza in un mondo utopistico verrebbe da pensare che sia la soluzione a tutte le difficoltà, ma ritornando in un mondo terreno, come tutte le cose , la resilienza ha un punto di rottura ed ha dei limiti.

Ad esempio un oggetto come una trave portante non può essere soggetta a resilienza per sempre, prima o poi si deteriorerà e collasserà , come purtroppo accade in molte strutture in italia, per citarne una ,il ponte morandi.

Anche in ambito umanistico, la resilienza ad una condizione , che sia economica, fisica o mentale, a volte viene meno ed alcune persone trovano il suicidio come via di fuga dalle loro difficoltà, oppure sfociando nell'illecito.

Sta nella capacità dell'uomo a determinarne un suo cambiamento, quindi secondo me in questo contesto non è tanto parlare di limiti dello sviluppo, ma di limite dell'uomo, dinanzi al continuo progresso, sia terreno che spirituale.




giovedì 7 maggio 2020

step #14

La resilienza, soprattutto ai tempi del Covid-19,
 senz'altro è presente nella cronaca del giorno d'oggi, nei nostri comportamenti e nelle regole che noi stiamo osservando assiduamente , nel vivere una nuova realtà a cui non siamo ancora , abituati, quella del distanziamento sociale.

Abbiamo cambiato la nostra routine, il nostro stile di vita, il nostro modo di percepire il tempo ed il valore delle cose, e questo ci ha reso più coscienziosi e consapevoli.

Tramite l'adattamento dell'uomo a questa pandemia sarà possibile superarla nel migliore dei modi.












L’idea di Margherita tra machine learning e queue management

Quella che stiamo vivendo oggi è una situazione di emergenza, che ci sta mettendo a dura prova e che ogni giorno ci porta a cambiare la nostra quotidianità e ad adattarci a nuovi contesti, con resilienza e forza di volontà. Ma sono proprio contesti come quello odierno che ci portano a tirare fuori capacità, coraggio e nuove idee per fronteggiare le avversità. Una sfida che ci obbliga a tirare fuori il meglio di noi stessi, per il bene della comunità.

 (link articolo)
https://www2.deloitte.com/it/it/pages/careers/articles/storie-di-coraggio-e-resilienza-ai-tempi-del-covid-19---deloitte.html


step #13





In ambito ingegneristico troviamo l'applicazione della resilienza in molti, se non tutti i suoi ambiti.


In termini generali,la resilienza è una proprietà meccanica, definita come l'energia assorbita da un corpo in conseguenza delle deformazioni elastiche.
In ingegneria, viene misurata come la capacità di un materiale di resistere a forze dinamiche, ovvero ad urti, fino a rottura, assorbendo energia con deformazioni elastiche e plastiche.

Due esempi possono essere l'ingegneria meccanica e l'ingegneria dei materiali, dove si studia la torsione di alcuni componenti ricercando il miglior compromesso tra stabilità e resistenza a torsione, oppure nella scelta del miglior materiale per ottimizzare dei processi produttivi.


step #24

La resilienza è una tematica che può attraversare tutti i campi del sapere. Partendo proprio dalla sua etimologia, il verbo resilire si fo...